RIQUALIFICAZIONE UMANA / URBANA
abbiamo chiesto ai nostri artisti una riflessione
sulla propria responsabilità rispetto alla necessità
di formare un nuovo pubblico attraverso nuove
pratiche e nuove estetiche.

In queste pagine vi invitiamo a partecipare a tale
riflessione, o semplicemente a lasciarci un vostro
ricordo (parole, immagini, video) se vi siete
imbattuti per caso in ALTO FEST.

A VOI LA PAROLA

venerdì 26 agosto 2011

Formare un nuovo pubblico / Ass. 15 febbraio

foto di Francesca Paciello

15 Febbraio

Riflessioni sul nostro lavoro e sul pubblico.
Valentina Diana e Lorenzo Fontana (15febbraio)



La tipologia del lavoro (performance e non spettacolo classico)
(discorso autobigrafico mediato)


Il percorso che abbiamo intrapreso con la regista berlinese Claudia Hamm, e che include la trilogia " Proget Kronique" di cui Servizio di pulizia e Still live sono le prime due tappe,
è sempre più orientato verso la performance, un terreno in cui la teatralità si stempera in una dimensione personale ed autobiografica. Il pubblico, abituato allo spettacolo teatrale con attori sul palco e quindi lontani da lui, è volutamente disorientato nella codifica del linguaggio. Di fronte a cosa mi trovo? Stanno recitando o stanno dicendo o vivendo la loro verità?

Il linguaggio, infatti, a volte viene percepito come estremamente strutturato e a volte come improvvisato e poco formalizzato. Ci interessa che il pubblico possa leggere quello che vede e sente in alcuni momenti del lavoro, come il frutto di una "fiction" costruita e in altri momenti abbia a che fare direttamente con la dimensione autobiografica, talvolta anche intima, dei performer.
Per questa ragione non utilizziamo testi già scritti, ma lavoriamo su una costruzione di materiali emersi in improvvisazione e di scambio di idee tra noi e la regista. Quando cominciamo a lavorare non ci ispiriamo ad un testo, spesso discutiamo su quello che al momento ci pare importante o difficile, nella realtà in cui viviamo. A questa prima fase segue uno scambio per capire cosa, tra ciò che è emerso, è condiviso da tutti e tre. Solo dopo tutto ciò, ha luogo il processo di vera e propria scrittura, il cui risultato è quindi spesso un linguaggio non raffinato, non particolarmente alto dal punto di vista formale, per quanto estremamente preciso. Tanto più ampio è il margine di improvvisazione possibile quanto più è precisa e sedimentata la messa a punto del senso profondo del testo definitivamente scritto.

rapporto con il pubblico molto vicino e numericamente limitato


La scelta di un'estrema prossimità al pubblico nasce dal bisogno di non utilizzare strumenti di tecnica attoriale gestuale e vocale, che renderebbero la comunicazione più artificiosa. Ci interessa lavorare su una comunicazione non declamata e su piccole azioni e dimensioni emotive naturali, per questo il pubblico deve essere vicino a noi, per poter seguire ciò che succede nei particolari, senza sentirsi estromesso.
Soprattutto per Servizio di pulizia, in cui ci serviamo di un'azione molto concreta (fare, appunto, le pulizie) non possiamo essere costretti a simulare tale azione (sul palco non c'è nulla da pulire e in tutti i casi l'azione diventerebbe finta) , allo stesso tempo questa azione, nella sua semplicità reale, può diventare il veicolo attraverso il quale si sviluppa una teatralità clownesca, in cui le azioni concrete perdono la loro dimensione naturalistica e diventano metafore al servizio del lavoro testuale.

la scelta dello spazio e sviluppi della seconda fase del Proget Kronique: Still live


La scelta di lavorare negli appartamenti è nata banalmente da una situazione pratica (a Berlino avevamo a disposizione una cucina per le prove e non ci sembrava coerente né sensato sradicare lo spettacolo da quello spazio per portarlo in uno spazio teatrale, nudo). In seguito ci siamo resi conto che questo ci permetteva di realizzare meglio la poetica che stavamo perseguendo.
Volevamo svincolarci dai vincoli produttivi che costringono gli artisti ad aspettare l'occasione per poter fare uno spettacolo in un teatro. Essendo Servizio di pulizia nato in un contesto senza produzione, completamente autoprodotto, non volevamo essere vincolati ad una approvazione o ad un interesse da parte di istituzioni che potevano metterci a disposizione una sala teatrale.
Abbiamo cominciato a mostrare il lavoro negli appartamenti che lo volevano ospitare, chiedendo, come forma di pagamento per le pulizie, 50 euro e facendo cappello.
Il caso di Still live è molto diverso, perché Still live è nato in residenza presso un teatro francese (theatre Durance di Chateau Arnoux) con un sostegno produttivo ed è stato creato in una sala prove , ha quindi preso forma di conferenza spettacolo. Non sarebbe stato possibile ambientarlo in un appartamento perché quello non era il luogo in cui era stato pensato e creato.
La dimensione frontale era quindi una scelta utile a non negare la realtà della situazione. Questa scelta, di lasciare in un certo senso il segno della realtà in cui un lavoro nasce, resta la base della nostra ricerca poetica. Ci interessa infatti, con questo progetto, testimoniare della realtà che viviamo mentre la viviamo.
Tutti i progetti fino ad ora realizzati nell'ambito di questo progetto si interrogano sul senso di ciò che facciamo, sul rapporto tra le nostre ambizioni, i nostri desideri e il contesto produttivo o la mancanza di esso e la sostenibilità dell'intero processo creativo.

Formare un nuovo pubblico


Se per formare un nuovo pubblico si intende riuscire a raggiungere categorie di persone che normalmente non hanno occasione di fruire del teatro, siamo molto favorevoli. Invece ci sembra, a ragion veduta, troppo ambizioso cercare nei nostri spettacoli una funzione educativa.
Ci siamo resi conto che lo spettacolo non ha una difficoltà di fruizione (chiunque è in grado di comprenderlo) ma necessita che il pubblico sappia che cosa sta vedendo e non si aspetti un intrattenimento generico. Purtroppo, per la tipologia non accademica di questo lavoro, ci è capitato di essere inseriti in contesti nei quali ci si aspettava un'azione in qualche modo terapeutica.
In questi casi il lavoro non ha funzionato nel senso giusto, perché il nostro non è un lavoro terapeutico e non può svolgersi in contesti nei quali il pubblico non sia lì per scelta deliberata ed abbia una disposizione all'ascolto.

Siamo a disposizione per approfondimenti e domande, perché ci rendiamo conto che quello che abbiamo scritto possa non essere del tutto esaustivo.

A presto
A Napoli,
Valentina e Lorenzo

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