RIQUALIFICAZIONE UMANA / URBANA
abbiamo chiesto ai nostri artisti una riflessione
sulla propria responsabilità rispetto alla necessità
di formare un nuovo pubblico attraverso nuove
pratiche e nuove estetiche.

In queste pagine vi invitiamo a partecipare a tale
riflessione, o semplicemente a lasciarci un vostro
ricordo (parole, immagini, video) se vi siete
imbattuti per caso in ALTO FEST.

A VOI LA PAROLA

venerdì 26 agosto 2011

Serenella Martufi / Francesco Moraca

foto di Francesca Paciello

ora guarda in alto!
 di e con Serenella Martufi e Francesco Moraca

[...]lo spettatore partecipa all'evento teatrale, è l'altro polo che riceve energia dall'attore e gliela restituisce, contribuendo a creare una forza nella sala, da cui tutti prendono ciò che possono, se hanno dato.
Leo de Berardinis

Due corpi attoriali, due menti artigiane, due vite di oggi si interrogano sulla storia  e l'essenza dei luoghi di cui è composta la nostra città. I palazzi, i negozi, i monumenti che solitamente guardiamo alla stessa altezza dei nostri occhi, si rivelano profondissimi e colmi di storie se osservati nella loro interezza. Guardiamo in alto e affondiamo lo sguardo verso il basso per scrutare, trovare elementi e interstizi di spazi che abitandoli diversamente dal solito possano mutare da posti inerti e funzionali a luoghi di immaginari e narrativi. Nel nostro primo lavoro, il magazzino di una librarie è diventato il punto di partenza di una scelta di vita che abbiamo potuto far percorrere al pubblico fino al suo punto più

Susanna Poole / Maniphesta Teatro


Per me il vostro festival è stato bello per diversi motivi:
1.       Creativo: con un’idea forte che era quella di interagire con luoghi diversi, luoghi abitati con una loro storia e una loro conformazione che suscitava possibili soluzioni per le prospettive del pubblico e la forma da dare al lavoro. Dal liutaio dove siamo riusciti a dedicarci più tempo questa interazione ha funzionato e abbiamo sperimentato una versione più veloce e al tempo stesso più intima dl nostro spettacolo.
2.       Geniale dal punto di vista economico/ecologico: utilizzando spazi privati con le luci e l’audio possibili in questi spazi siete riusciti a fare un festival in grande economia, a fronte di un “culo” enorme che vi siete fatti voi con tutto il vostro gruppo e che penso abbiamo tutti molto apprezzato. Questo risparmio significa anche però risparmio di risorse e di energia, più energia umana e meno petrolio! Ha molto senso in questo momento.
3.       Socialmente e politicamente sensato: perché a un prezzo così contenuto e mescolando molto pubblico e artisti sia nelle perfomance, sia nelle serate sulla vostra terrazza, non c’erano quei ruoli finti e stantii degli artisti, gli organizzatori, i critici, il pubblico tutti nei loro ranghi eccetera..

Era anche molto bello passeggiare per il centro storico fra una performance e l’altra, conoscere nuovi posti che non avevo mai visitato, un rapporto diverso con la città che sembrava più aperta e viva..

Grazie

Sombra Y Ficcion Producciones

foto di Francesca Paciello

Sombra Y Ficcion Producciones

La mia partecipazione ad ALTOFEST é dovuta sia a un vincolo affettivo con le persone che hanno reso possibile questo festival, sia ad un doppio interesse professionale:
- la ricerca di nuovi spazi di comunicazione teatrale lascia uno spazio incredibile alla sperimentazione nel senso per me bello, quello artigianale, di ricerca nella vicinanza col pubblico e prova errore. Credo ci sia la possibilità di recuperare forme di narrazione che possono ridiventare nuove ogni volta che si fanno, in un periodo dove il teatro "povero" ha ogni giorno più senso di esistere.
- la diffusione di un'esperienza teatrale e personale in uno spazio diverso da un teatro mi permette di abbordare la presentazione in un modo molto più vicino a quello nel quale si é svolta l'esperienza stessa.
Antonio Ordóñez Bergareche

Nuovo Pubblico Nuove Pratiche / Serena Gatti Azul Teatro

foto di Francesca Paciello

Serena Gatti

Nuovo pubblico nuove pratiche. Qualche parola di contributo.
Non è il teatro che è necessario,
ma assolutamente qualcos'altro:
superare le frontiere fra me e te
per arrivare ad incontrarci,
per non perderci fra la folla,
né fra le parole,
né fra le dichiarazioni,
né fra idee graziosamente precisate.”

J. Grotowski

Arrivare ad incontrarci
L'arte dell'incontro. Un incontro con l'arte.
La lingua che parliamo è necessità. Diversi per origine, formazione, idee ed esperienze, i gruppi che si incontreranno ad Alto Fest condividono la necessità di fare teatro e danza - e di farlo secondo un'etica che difendono. Un progetto che non cerca di colonizzare i destini ma che

Quartetto Papanimico


Quartetto Papanimico

Credo che sia molto importante soprattutto oggi portare il teatro altrove e il lavoro che affrontiamo noi in qualità di papanimici è un po' questo, nel senso che ci siamo ritrovati ad "inventare" (o a rispolverare) un linguaggio capace di accedere a più persone e non solo relegato agli ammuffiti ambienti teatrali o musicali e basta, dove il pubblico è lo stesso che lo fa.
Ma queste ovviamente sono solo idee davanti ad una birra e credo che più in là, lavorandoci e facendo poi la prova col pubblico, si può meglio discutere su questo tema. a noi interessa raccontare una storia, ascoltando anche quelle che il luogo ci racconta.