RIQUALIFICAZIONE UMANA / URBANA
abbiamo chiesto ai nostri artisti una riflessione
sulla propria responsabilità rispetto alla necessità
di formare un nuovo pubblico attraverso nuove
pratiche e nuove estetiche.

In queste pagine vi invitiamo a partecipare a tale
riflessione, o semplicemente a lasciarci un vostro
ricordo (parole, immagini, video) se vi siete
imbattuti per caso in ALTO FEST.

A VOI LA PAROLA

venerdì 26 agosto 2011

a Padova sta nascendo... / Claudia Fabris


Claudia Fabris

A Padova sta nascendo qualcosa, come a Napoli, visto che siamo qui per questo,
il 27 Marzo, per la prima volta, quasi 100 artisti sono scesi nelle piazze del centro storico, assieme hanno fatto fiorire la città con la propria arte per la giornata mondiale del Teatro, che in Italia i governanti avevano deciso di non festeggiare, assieme si sono uniti sotto un'enorme ragnatela urbana che copriva una piazza intera e lì
hanno recitato e urlato e cantato in coro l'articolo 9 della costituzione italiana quello che recita: la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, e da ultimo in una processione laica si sono diretti verso il Teatro delle Maddalene attraversando la città, ognuno con una candela accesa in mano, come un fiume in piena di fronte al quale gli autobus e le macchine si fermavano e invertivano la loro marcia. E' stato bellissimo, e a Padova è stata la prima volta a memoria d'uomo che così tanti artisti si sono uniti, hanno superato le differenze per un progetto comune, tutti assieme per rEsistere, ma non nel senso di un picccolo gruppo di valorosi asserragliati con il nemico attorno che sopravvive faticosamente, resistere perché il filo che in una lampadina si lascia attraversare da una corrente elettrica e a questa oppone resistenza e in questa resistenza si surriscalda diventando incandescente, ma non si spezza, e trasforma la sua incandescenza in luce, si chiama appunto resistenza...e quanto è più sottile il filo metallico tanto maggiore è la sua resistenza. Quale più bell'augurio di farsi per il mondo resistenza, dell'essere per il mondo una resistenza che lo illumini e sappia come trasformare in luce ciò che l'attraversa e la rende incandescente... senza mai cedere o spezzarsi...questo io credo dovrebbe essere il ruolo degli artisti...fare luce per tutti, almeno un poca. 
Io personalmente sono anche discretamente stanca della critica, che certo può essere costruttiva, ma dall'arte mi aspetto molto di più della semplice rappresentazione del mondo con tutte le sue incongruenze e i suoi problemi, la sua violenza e il suo dolore, i suoi insensati abbruttimenti, mi aspetto molto di più di una denuncia, che pure a volte è fondamentale. Mi aspetto sogni, mi aspetto visioni e intuizioni e soluzioni nuove, mi aspetto l'inaspettato, lo stupore, le ali sulla schiena e sul cuore che rispuntano, l'audacia e la semplicità, l'ispirazione e la poesia. Io mi aspetto ancora la Bellezza dall'arte perché è la sola che seduce davvero, la guardi un attimo ed è già dentro, ti ha già vinto...solo uno sguardo e il tuo cuore vacilla e ti sei sciolto e ti sei ricordato di quanto è preziosa la vita e il suo palpitare. Fra l'altro l'unica divinità del pantheon greco che riusciva "sconfiggere" il dio della guerra, Marte, era la sua compagna, la sua amante, la dea dell'Amore e della Bellezza e io credo che in questo sia celata una sapienza immensa.
Sono stanca di andare a teatro o ad una mostra e uscirne più triste e più sola di quando sono entrata, più avvilita e dolorante per aver rivissuto in modo pungente e concentrato tutta l'insensatezza e la malattia e il dolore che c'è...lo so che c'è...lo vedo ogni giorno...non ho bisogno che mi venga sbattuto addosso in continuazione e non sto dicendo che voglio l'intrattenimento o la distrazione: io voglio uscire da un incontro con l'arte più forte e fiduciosa, speranzosa e baldanzosa, rinata nelle mie energie migliori, con i miei sogni che dentro friccicano e mi dicono: allora, vedi che si può fare, quando cominci a realizzarci...altri lo fanno... A che serve continuare a denunciare le storture del mondo e metterle in scena se non si hanno visioni alternative, se non si hanno altri possibili futuri nel cuore e negli occhi. Non  ti piace il mondo così com'è? Bene, hai ragione, hai una buona vista...allora smettiamola di rimetterlo in scena in continuazione senza vie d'uscita e mostriamo cosa sogniamo di diverso...mostriamo cosa immaginiamo e cosa sappiamo costruire. 

A Padova dopo rEsistere, da quell'incontro e quell'energia luminosa e gratuita è nato un gruppo che si chiama Società Per Azioni.
SocietàPerAzioni è un gruppo spontaneo di persone provenienti da differenti ambiti, con  differenti storie, tensioni e direzioni, che riescono a convergere ed incontrarsi  nella volontà di agire creativamente  e poeticamente all'interno del tessuto sociale, attraverso azioni performative, installazioni e progetti di comunicazione che promuovano, sostengano e facciano crescere la coscienza civile e il desiderio di costruire una società migliore. Una società in cui l'arte e la cultura siano in una relazione costante e fertile con la cittadinanza tutta e siano uno stimolo concreto e poetico per la crescita individuale e collettiva.
SocietàPer Azioni è in sé un esperimento, una sorta di laboratorio antropologico dove la sfida reale è vedere se sia possibile creare un gruppo che non appiattisca le differenze e le diverse individualità per trovare una identità forte con cui rappresentarsi e relazionarsi all'esterno in nome della quale sacrificare le esigenze e le delicatezze del singolo, come troppo spesso è accaduto nelle passate ideologie, ma si concentri di volta in volta su un obiettivo concreto da realizzare facendo tesoro della ricchezza portata da ciò che ci rende diversi, un gruppo fluido in cui i partecipanti possono ad ogni nuova azione aderire o meno a seconda delle proprie disponibilità e della propria sintonia con il progetto senza che questo interferisca con la possibilità di una partecipazione futura. Se ci riusciremo noi, ci sono buone speranze che lo possano fare anche altri...
Anche Società Per  Azioni è riuscita a coinvolgere due  negozi del centro storico nella sua Azione#2  (Un’azione urbana per l’acqua come bene comune). 
e io ho pensato mentre guardavo una vetrina appena allestita con 30 bicchieri pieni d'acqua e un foglietto con la scritta IO VOTO dentro e un fiore dentro il bicchiere e molte foto che pendevano e ritraevano questi bicchieri disseminati nelle varie città, io ho pensato:

E se i negozi cominciassero a mettere in vetrina le idee per seminarle e farle crescere…invece che usarle e sfruttarle solo per vendere???
E se le nostre città diventassero delle città dei balocchi…ma non per le idiozie che ti distraggono e di cui ti dovresti ingozzare e riempire per dimenticare ciò a cui aspiri profondamente, ma per stimoli e pensieri e creazioni commoventi e poesie silenziose e angoli imprevisti e suggestivi, emozionanti…e vetrine che si offrono alla creatività, alla libertà, al pensiero…e se le nostre città rifiorissero di Vita, non di cose…se la passeggiata in centro non fosse più solo un camminare distratto e compulsivo, soffocato e soffocante fatto di desideri fasulli per cose nutriti da un mercato che ormai ci ha stritolati…se diventasse un’immersione nello stupore continuo di un caleidoscopio di creazioni e stimolazioni anche delicate e poetiche…non solo urlate e martellanti ma belle e silenti…sussurranti…Come è deliziosamente esaltante sognare questa libertà!
E’ sempre stato un mio sogno e credo che a Padova stia iniziando con piccoli germogli e mi sembra anche a Napoli, con germogli già fioriti, e io conto sul fatto che forse anche la bellezza è contagiosa…le spirali salgono oltre che scendere e i circoli sono virtuosi oltre che viziosi…Facciamo fiorire le nostre città, perché i fiori sono la promessa del frutto che verrà in futuro, per questo si regalano tra amanti, facciamo fiorire le nostre città un angolino per volta, una proposta per volta, un’idea alla volta, una persona alla volta, esattamente il contrario della comunicazione di massa…insieme senza essere massa…insieme essendo rete dove ogni nodo è fondamentale e se si rompe bisogna ripararlo…come facevano i pescatori sulle spiagge perché sapevano che un nodo saltato a poco a poco mette a rischio l’intera rete.
Per questo la rete può  riuscire, dove finora tutto ha fallito, perché postula una nuova relazione tra il singolo ed il gruppo, tra il particolare e il generale. Non è più il momento di sacrificare le esigenze del singolo in nome di un’ideologia più grande  e più giusta in cui sciogliersi per essere tutti uguali senza distinzione, è il momento, e la rete ne è l’esatta rappresentazione, di valorizzare ogni identità singola perché si senta in grado di dare il proprio prezioso contributo ad un progetto comune di società, questa sì più giusta, più sensata, più viva e più bella, a partire esattamente dalla propria personale storia, dai propri personalissimi talenti e dalla propria speciale prospettiva.
E’ il momento di riscoprire il valore di ciò che è piccolo, prezioso e curato e metterlo in una rete di relazioni per creare qualcosa di grande, prezioso e curato. 
Basta con gli specchietti per le allodole che luccicano ma sono solo piccoli riflessi di luce e se ti avvicini e gratti è solo un pezzo di vetro deludente e banale. 
Torniamo a ciò che ha un legame con la vita e con la verità della vita, con le sue necessità profonde di relazione, condivisione e anche gratuità. 
Qualche mese fa ho partecipato al teatro delle Maddalene di Padova ad un laboratorio sull'arte interattiva tenuto dai Sacrocuoreconnectin,un gruppo di ragazzi di Vicenza ed è stato esaltante rendermi conto che questi ragazzi cresciuti con il digitale e il web sono la prima generazione che può rispondere con una sonora e argomentata risata a chi con falsa saggezza ripete quelle frasi stantie con cui io sono cresciuta e che non ho mai accettato tipo:
"Ehh ... Al mondo nessuno ti dà niente per niente..."
"Eh...al mondo niente è gratis..."
"Eh al mondo tutto ha un costo e tutti hanno un prezzo..."
Bhè questi ragazzi lavorano utilizzando solo programmi open source...free...gratis..
Lavori che altri ragazzi , altri uomini, da altre parti del mondo hanno creato lavorandoci sodo e con passione e poi hanno messo in rete perché altri sconosciuti li usassero...
Io lo trovo bellissimo...io credo che questo cambierà il mondo perché assomiglia molto alle regole con cui funziona non la nostra piccola e omai vecchia società ma la Vita stessa.
Si nasce gratis si muore gratis...ci si innamora gratis... si vede tutta la bellezza gratis e si sentono i profumi e i sapori gratis e sono gratis gli orgasmi (bhè a guardare la cronaca non sempre...ma quella è una deriva appunto) e le lacrime e il sapore salato e il dolce e la neve e il mare e i fiumi e le farfalle e le fragole
e gli uccelli e le nuvole e la nebbia
e tutto tutto gratis ...e pulito ci era stato dato
poi...ci siamo confusi e persi... ci siamo cacciati da soli dal paradiso creandoci dentro
un piccolo inferno regolato dal mercato
...forse è arrivato il momento di svegliarci dal nostro stesso incubo
...forse anche non c'è più troppo tempo per rimandare

La settimana scorsa ho partecipato ad un convegno in cui un'organizzatrice di teatro parlava dell'evoluzione dell'Agricoltura Biologica e dello sviluppo sostenibile riferendosi ad un libro appena letto sull'argomento grazie al quale era resa conto con stupore che se avesse sostituito in quel libro la parola cibo e nutrimento con la parola cultura e crescita sociale i ragionamenti sarebbero stati ugualmente validi.
Questa sua riflessione condivido pienamente oltre alla similitudine tra il cibo, come nutrimento e sostentamento del corpo e la cultura come nutrimento e sostentamento dello spirito e della società: ma perchè siamo riusciti ad essere orgogliosi e a proteggere e far conoscere anche a livello internazionale l'asparago di Bassano o il radicchio di Treviso e non siamo altrettanto orgogliosi di quelle piccole realtà culturali che da anni lavorano e fanno crescere la Vita in quegli stessi territori...perché non siamo altrettanto orgogliosi di quelle piccole compagnie che da 30 anni lavorano nel territorio facendo cultura...e incidendo creativamente e positivamente sul tessuto sociale...perché questo non è un valore prezioso...?
L’agricoltura biologica è partita dal piccolo e continua a crescere anche in controtendenza rispetto alla crisi economica e spesso semplicemente riscopre le regole con cui mia nonna teneva il suo orto, e i prodotti a km 0, di cui si sente tanto parlare, sono semplicemente un ritorno al buon senso dopo un delirio di onnipotenza e di idiozia generato dalle logiche di mercato:  ciò che è vicino, lo puoi conoscere direttamente, è di stagione, e quindi più adatto a fornirti i principi nutrizionali che ti servono in quel momento dell’anno per rimanere in salute e costa meno.
Siamo le prime generazioni a poterlo fare, siamo i primi a poter ragionare su così tanti errori fatti per ingenuità, pigrizia e talvolta un calcolo senza alcuna lungimiranza, i primi a  poterne trarre preziosi insegnamenti, i primi con così tanti mezzi a disposizione che ci collegano e ci rappresentano nelle nostre infinite e illimitate possibilità di relazione e di crescita…dovremmo davvero smetterla di farci usare per pigrizia da un sistema che non ha dato i buoni frutti sperati, smettere di lamentarci e  di riflettere inconsapevolmente come uno specchietto inconsapevole pensieri e modalità che non ci appartengono davvero più, e forse non ci sono mai appartenuti, per iniziare a splendere, magari come una piccola lucciola nella notte, piccolissima ma talmente emozionante da sembrare magica.

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